Quando da grandi si passeggia per il proprio paese e si vedono le case dai portoni chiusi dove prima c’erano le urla dei bambini, si rivivono nella mente visi conosciuti, l’aria fresca e libera, e una sensazione di amore e malinconia.
Caio Pezzola, orceano, classe 1973, è il responsabile del marketing della multinazionale AB Energy. E’ uno scrittore prestato all’azienda. Nel mese di maggio di quest’anno ha deciso di prendere nuovamente in mano carta e penna per scrivere un racconto. Attività alla quale non è nuovo. Il frutto dell’ultima sua fatica è un racconto dal titolo “750 passi”. A metà settembre gli è valso tra 400 candidati una menzione di onore al premio “Lord Byron, Portovenere Golfo dei poeti”.
Pezzola, come tanti orceani, è un innamorato del proprio paese. Della piazza soprattutto, il salotto che accoglie nel bene e nel male le gioie e le sofferenze degli orceani. Ha nel sangue Orzinuovi e i luoghi del cuore della sua infanzia, là dove ha la casa e le radici, là dove l’orizzonte gli appartiene, nonostante il suo lavoro lo porti spessissimo in giro per il mondo.
Nel suo breve racconto, che si legge tutto d’un fiato, pubblicato da Maggese edizioni, è come se Pezzola ci prendesse per mano e ci portasse sui suoi stessi passi, attraverso i luoghi che hanno determinato la sua esistenza.
“750 passi è la distanza che in linea quasi retta si estende fra l’ultimo gradino della sagrato della chiesa e il cancello del cimitero” di Ovanengo. Così è l’incipit del libro. A Ovanengo, da dove era originario suo padre Arturo, Caio si recava spesso a giocare e sull’unica strada che conduceva al cimitero si divertiva da bambino a contare i passi che separavano il luogo dei morti dalla chiesa: erano 750. Gli stessi che da grande, per una strada coincidenza, ha scoperto esserci anche in un altro dei luoghi che più l’hanno affascinato nel suo girovagare: “750 passi è la distanza che corre in linea retta lungo il lato sud di Central park a New York e si affaccia in una sequenza da premio Oscar sulle finestre accese del Plaza. Per finire dietro l’angolo della 58esima al banco delle delizie del Magnolia Bakery – scrive.
“Nel mio breve racconto – ci riferisce Pezzola – ho esplorato i luoghi del mio cuore. Da piccoli io e mia sorella andavamo a giocare a Ovanengo da mia nonna. Questa era la terra di mio padre Arturo, che poi per ragioni di necessità e vita si è trasferito a Orzinuovi. A metà strada, a Jaghetta, aveva trovato la sua sposa. L’aereo vicino alle scuole medie era per noi, quando arrivavamo da Ovanengo, il primo simbolo americano di una paese più grande, che faceva sognare e che tutti noi degli anni ’60 e ‘70 portiamo come un ricordo affascinante nel cuore, insieme ai vari luoghi che ora non ci sono più, ricchi di fantasia e di immaginazione, come il cinema Concordia, che per noi giovani era un posto quasi proibito. Tra i più affascinanti – continua Caio – c’è la nostra piazza, la più bella del mondo, che quando arrivano stranieri per lavoro ad AB cerco di mostrare nella sua intera magnificenza, soprattutto in determinate ore del giorno, quando il sole le dà ancora più ragione”. Caio Pezzola al concorso ha meritato anche il “Premio speciale Golfo dei poeti” per la raccolta poetica “Il finto acrobata”, pubblicata 7 anni fa. Silvia Pasolini