Delfino Tinelli, insegnante di scuola primaria e autore manerbiese, è ormai ben calato nel ruolo di “nonno raccontafavole”… anzi, “racconta-Storia”: quella dei libri di testo, ma trasformata in dialoghi coi nipoti. Stavolta, si rivolge ad Alma e a Gregorio, ormai adulti, rispettivamente studentessa universitaria e ingegnere. Tinelli, però, non si scompone e accontenta le loro curiosità storiche come se fossero ancora bambini. È così nato “La Torre di San Martino. Battaglia di San Martino e Solferino” (Brescia 2023, Editore Mannarino Franco), per la collana “Il nonno racconta”.
Il libriccino prende spunto da un monumento notato da Alma mentre tornava in treno da Trieste: la Torre di San Martino, appunto. Durante il viaggio, ha segnalato alla ragazza il passaggio dal Veneto alla provincia di Brescia. Le ha anche ricordato quanto raccontava nonno Delfino in merito alla battaglia avvenuta in zona.
La famosa battaglia di San Martino e Solferino ha avuto luogo il 24 giugno 1859, durante la Seconda Guerra d’Indipendenza italiana. Grazie all’alleanza con la Francia, l’esercito piemontese riuscì a infliggere una sonora sconfitta all’Impero asburgico. Fu però anche un evento militare particolarmente cruento, tanto da ispirare all’imprenditore Henry Dunant l’idea della Croce Rossa. L’iniziativa gli valse il primo Premio Nobel per la Pace mai assegnato, nel 1901.
Dopo questo scontro, fu firmato l’armistizio di Villafranca, per iniziativa della Francia che voleva evitare l’estensione del conflitto. L’Impero asburgico accettò di cedere ai francesi la Lombardia, che fu poi annessa al Regno di Sardegna. Ma l’armistizio fu comunque visto come una violazione dell’alleanza da Cavour, che si dimise dalla carica di presidente del Consiglio piemontese. Nizza e la Savoia, invece, divennero francesi nel 1860, in seguito alla firma del Trattato di Torino tra Francia e Regno di Sardegna.
Ovviamente, Tinelli non si limita a raccontare queste nozioni storiche. Da buon “nonno narratore”, si dilunga su dettagli poco conosciuti e sui protagonisti di tutto questo. Per esempio, menziona la principessa Maria Clotilde di Savoia, primogenita di Vittorio Emanuele II: il suo matrimonio con un cugino dell’imperatore Napoleone III sancì l’alleanza franco-piemontese. Nel 1942, fu aperta anche la sua causa di beatificazione. Tinelli narra anche del nesso fra Garibaldi e Brescia: lui e i suoi “Cacciatori delle Alpi” furono infatti i primi a entrare da liberatori nella città, dopo la vittoria francese contro l’Impero asburgico nella battaglia di Magenta (4 giugno 1859).
Una chicca che illustra l’ultima pubblicazione di Tinelli sono i disegni eseguiti dagli alunni della classe VI elementare di Alfianello nel 1959: di notevole qualità, se si pensa alla tenera età degli esecutori. Rappresentano protagonisti della Seconda Guerra d’Indipendenza, come Vittorio Emanuele II e l’imperatore austriaco Francesco Giuseppe, ma anche militari come i Cacciatori delle Alpi e gli zuavi francesi. Insieme al testo del dialogo, mostrano come anche i più piccoli possano appassionarsi e sentirsi partecipi delle vicende storiche, a patto che esse vengano presentate in termini adatti alla loro età e da persone che hanno veramente a cuore la loro istruzione.
La collana “Il nonno racconta” vedrà altri titoli? Non lo sappiamo, ma ce lo auguriamo.