Anni fa la scuola cominciava il primo ottobre e già si pensava al quattro, San Francesco, giorno di festa e poi arrivavano presto le nebbie, la brina, la neve. La maggior parte dei bambini andava a piedi, con la cartella poco pesante a spalle: il sussidiario, qualche quaderno, l’astuccio con penna stilografica, matita, pochi pastelli e la fetta di ciambella della mamma per merenda (èl chisöl). D’inverno ci si imbacuccava con paltò, sciarpa, guanti e cuffia di lana, sferruzzati a mano da mamme o nonne; gonne, scarponcini e calzettoni. Per noi femmine, infatti, non si usavano ancora i pantaloni: il primo anno la gonna copriva bene le ginocchia, il secondo arrivava a metà e se al terzo andava bene ancora in larghezza, si prendeva un po’ di fresco in più alle gambe nude. Io percorrevo con altre bambine che abitavano nel mio vicolo, via Bandezzati, il breve tragitto e chiacchierando non sembrava neanche che facesse così freddo. Buon aroma di pane caldo usciva la mattina dalla forneria Nodari; nella cartoleria di Amneris Fontana, imbellettata e chiacchierona o in Piazza Garibaldi dalla gentile e timida signorina Zavagno, qualcuna si fermava per un veloce acquisto; sotto i portici della Loggia il carretto dell’ortolano Cherubini (Scapinèla) mostrava buona merce fresca, in autunno fumanti caldarroste e teglie di castagnaccio (la patuna). Davanti alla scuola c’era il severo vigile Nodari a dirigere il traffico, perciò si attraversava diligentemente. C’era solo una maestra per tutte le materie e il simpatico Don Tullo per religione. La mia maestra, la signorina Bianca Bresciani, era molto severa, ma nel tempo abbiamo capito che lei svolgeva il suo lavoro con tanta passione. Infatti i suoi insegnamenti non limitavano alle materie scolastiche, ma anche ai valori e princìpi morali che ci sono rimasti nel cuore. Le differenze con la scuola odierna sono molte e purtroppo non tutte positive. Se non è giusto rimpiangere troppo il passato, è altrettanto vero che c’è da farne tesoro. Ne ho la riprova ogni anno entrando in molte classi con il progetto Avis: classi disciplinate, con la giusta fermezza degli insegnanti, partecipano con maggior attenzione e intervengono con ordine e interesse. In classi con insegnanti più permissivi, gli alunni sono più confusionari, più distratti e meno partecipi. Come sempre c’è bisogno di equilibrio in ogni situazione, dalle opportunità per la presenza di più insegnanti fin dal primo anno scolastico, all’utilizzo della tecnologia, alla buona educazione, mai fuori moda, ad ogni innovazione che migliora l’insegnamento e l’apprendimento…Buon anno scolastico dunque agli scolari di ogni età e agli insegnanti, che sappiano trarre il meglio delle potenzialità di ogni alunno e prepararlo alla scuola della vita, grande responsabilità che, dopo la famiglia, è di fondamentale importanza.
Olfi Ornella