Metterci in gioco con le nostre emozioni e farlo con professionalità per raggiungere bambini e ragazzi nella totalità della loro persona. Sarà questo l’obiettivo al quale l’intero corpo docente della Scuola Sacra Famiglia lavorerà nel corso di questo nuovo anno scolastico 2023-24, incoraggiando lo star bene dei bambini e delle loro famiglie all’interno della nostra grande Comunità, senza dimenticare, come ha ricordato il superiore generale della Congregazione, padre Gianmarco Paris, la forte missione educativa della nostra fondatrice, Santa Paola Elisabetta Cerioli. «Dobbiamo farci carico dell’orfanezza dei figli affidati, è l’amore che li rende figli perché anche attraverso di noi possano scoprire la bellezza della vita – ha ricordato il superiore – Parliamo di soccorso adottivo che ci spinge a vedere ogni alunno come un figlio, poiché noi siamo coinvolti in questa avventura con tutto ciò che siamo».
Ed è proprio dalla riflessione su ciò che siamo e su come lo mostriamo ai nostri alunni, ai genitori che incontriamo e anche ai nostri colleghi, che è iniziato il nuovo cammino dei docenti dell’intera Congregazione che, lo scorso 5 settembre, si sono riuniti nella sede di Martinengo per partecipare al corso di formazione dal titolo “Il corpo è docente”. Una mattina guidata da Luca Vullo performer teatrale e regista ma ancheautore, insieme a Daniela Lucangeli, di un libro che pone al centro l’urgenza di imparare ad ascoltare il linguaggio della comunicazione autentica, fatto di corpo, parole, gesti, di postura, ascolto ed empatia.
Sono anche questi gli ingredienti necessari per portare avanti il nostro compito. «Una comunità come la nostra non può perdere di vista il compito che Dio e la storia assegna al nostro tempo – ha spiegato il nuovo dirigente educativo e superiore della comunità religiosa di Orzinuovi, padre Michelangelo Moioli – Dobbiamo riuscire a tenere accesi i riflettori sul nesso amore – educazione ed educazione all’amore attraverso una molatura sociale che apprezza la qualità umana dell’amore fraterno, dell’empatia, dell’attenzione alle fragilità, promuovendo una cultura dell’incontro, nel campus e con il territorio».
Ecco allora che, per favorire questo incontro con il prossimo, il corso di formazione di Vullo è stato prezioso poiché, quando si lavora con bambini ed adolescenti, sapersi esprimere è una risorsa fondamentale. Le espressioni del nostro viso, i movimenti delle nostre mani, le nostre posture, ma anche il contatto visivo, la capacità di ascoltare, il nostro tono e timbro di voce, la nostra predisposizione o meno al contatto fisico, sono tutti gli elementi sui quali Vullo, attraverso una lezione accattivante e coinvolgente, ci ha portato a riflettere.
«Nel tempo che viviamo oggi è fondamentale avere consapevolezza dell’importanza delle relazioni umane, di una alfabetizzazione emotiva corretta e di un’efficace educazione all’ascolto attivo – ha specificato la dirigente, Luciana Ferraboschi – Certo anche i saperi sono importanti, in quanto utili a costruire il progetto di vita dei nostri studenti ma non ci dobbiamo dimenticare che la scuola non può desistere dall’operare per perseguire valori educativi autentici come la gestione delle emozioni, il rispetto delle regole, il valore del rispetto e della fiducia. Compito dei docenti oggi è quello di offrire esperienze emotivamente forti per coinvolgere e motivare gli studenti e per costruire, nella quotidianità, le competenze che valgono anche nella vita. Per fare tutto ciò dobbiamo essere consapevoli di ciò che comunichiamo attraverso il nostro corpo, delle emozioni che esprimiamo senza le parole e dobbiamo imparare a leggere le emozioni dei nostri studenti, vedendo in loro ciò che ancora non è visibile ma che, attraverso la fiducia, può sicuramente emergere puntando anche sui processi di autovalutazione che promuovono la consapevolezza e il miglioramento di sé».