onoscenti che abitano nei pressi del Chiese mi hanno riferito che di notte in questo periodo, più che negli scorsi anni, sentono le rane fare un gran baccano. Durante la stagione degli amori infatti i maschi si accordano per intonare il richiamo, un coro che aumenta col buio e che diventa più intenso tante più femmine ci sono.  Inoltre vivere di notte per le rane è un modo intelligente per essere meno visibili ai predatori. Di giorno si nascondono nella boscaglia o sotto qualche cespuglio in zone umide, puliscono l’acqua dalle alghe e si nutrono di insetti, oltre poi ad essere loro stesse prede di bisce e uccelli acquatici, nella naturale catena alimentare animale. Sono pure amiche dell’orto, perché tengono sotto controllo le colonie di parassiti, infatti la loro presenza è sintomo di ambienti ben conservati. D’inverno vanno in letargo scavando buchi in terreni fangosi e vi rimangono fino a primavera. Simpatici i proverbi: “ĺga le rane èn pansa” (avere l’intestino che rumoreggia), “Saltà come ‘na rana” (essere agile, infatti la rana può saltare fino a 30 volte la sua lunghezza). Significative alcune favole, metafore riferite alle persone come per es. la favola della rana dalla bocca larga, che si vanta di avere la bocca così larga da poter mangiare grandi prede, finché deve chiuderla quando trova chi può mangiare lei; quella della rana bollita, che rimane nella pentola sul fuoco finché muore, cioè la pericolosa capacità di adattarsi a situazioni spiacevoli senza reagire, se non quando è troppo tardi e ancora quella della rana che a forza di gonfiarsi per diventare grande come il bue scoppia, insegnamento a non voler apparire più di ciò che si è in realtà. Sugli alberi lungo i sentieri del Chiese nelle calde giornate estive ci sono anche concerti di cicale. In verità sono i maschi delle cicale a frinire, vibrando alcune lamine amplificate da camere d’aria che fanno riecheggiare rumorosamente lo stridìo, per attrarre le femmine, che invece emettono un suono simile ad uno schiocco di dita. Le cicale in autunno depositano le uova e le larve possono sopravvivere sotto terra fino a 4 anni, ma uscite poi in superficie vivono solo una stagione, nutrendosi della linfa delle piante. Riferita alle persone, essere una cicala significa essere insistente e fastidiosa con un costante chiacchericcio, avere uno stile di vita irresponsabile, sperperare senza preoccuparsi di necessità future. Famosa la favola di Esopo: mentre la cicala canta e balla, la formica fa provviste per l’inverno, insegnando che bisogna impegnarsi e lavorare sodo per affrontare il futuro. Lungo il Chiese ci sono molti altri nostri compagni più o meno sonori: molte specie di uccellini che nidificano sugli alberi, graziose farfalle, fluorescenti libellule, eleganti aironi, simpatiche famigliole di anatre, talpe che fanno profonde buche nei campi, fino alle fastidiose zanzare e moscerini. Siamo davvero fortunati ad avere il fiume a due passi dal centro città, dove fare salutari camminate, pedalare, prendere il sole, pescare, fare scampagnate, in sintonia con la natura.

Ornella Olfi