Stefano Pelati – 47enne di Rovato – e il suo cane Dugongo detto “Dughi “, un cane di razza Rhodesian Ridgeback dall’ottobre del 2017 si sono cimentati nel Canicross raggiungendo in poco tempo la vetta di questo sport. A Sezzadio, provincia di Alessandria, hanno conquistato il primo posto nella categoria Veteran Dog Scooter al Campionato Italiano Csen (Centro Sportivo Educativo Nazionale).
Il Canicross è una disciplina sportiva in cui un binomio formato dal conduttore e da un cane devono completare un percorso nel minor tempo possibile. Il cane corre costantemente davanti al conduttore, seguendo le indicazioni di quest’ultimo su direzione e ritmo. Inoltre, il cane è legato alla vita del conduttore tramite un guinzaglio elastico ed un’imbracatura identica a quella usata dai cani da slitta e ha il compito di aiutarlo a correre più velocemente, tirandolo.
Un aspetto importante di questa disciplina sono i percorsi di gara, che essendo di tipo “cross”, sono caratterizzati da un fondo che può variare tra terra/fango, erba e sassi.
L’asfalto è generalmente limitato a pochissimi metri o, meglio, evitato del tutto (per tutelare i cani che si farebbero male ai cuscinetti ed alle articolazioni).
La disciplina, come si può intuire, nasce nel mondo dei cani da slitta e, oltre alla specialità Canicross ( corsa uomo “legato” al cane) esistono altre due discipline: Bikejoring (il cane traina una bicicletta) e Scooterjoring (nella quale l’uomo spinge uno speciale monopattino da corsa mentre il cane lo aiuta tirando). Fatica, natura e condivisione sono gli elementi chiave di questa attività sportiva.
Salvo controindicazioni mediche/veterinarie specifiche, qualunque binomio può cimentarsi nel Canicross. L’unico vero requisito è il piacere di correre insieme. Tale pratica è utilizzata anche dai Musher – conducenti di una muta di cani da slitta – che in mancanza di neve mantengono in forma i propri cani da slitta correndo con loro. All’estero la disciplina è sviluppata soprattutto nei paesi nordici ma anche in Inghilterra, Belgio (che ospiterà i prossimi campionati europei), Francia e Germania, coinvolgendo varie fasce di età, mentre in Italia sta crescendo grazie allo CSEN e alla FISC (federazione italiana sport cinofili).
Stefano come ha scoperto questo sport?
Ho iniziato, come molti, correndo con il mio cane per divertimento, poi, nel 2017, a una gara a Schilpario, ho conosciuto Myfootbike, quello che è attualmente il nostro unico sponsor, che mi ha fatto provare il primo scooter, ci siamo iscritti per gioco, ottenendo un ottimo risultato e mi sono reso conto che Dughi si divertiva molto di più così, perché io sono troppo lento per stargli dietro semplicemente correndo.
Come vive quest’avven-tura il suo cane?
Alla base di tutto c’è una fiducia reciproca assoluta, in scooter (ma anche in bici) si arriva a velocità vicine ai 40Km/h, devi essere sicuro che il cane farà quello che gli dici e il cane non deve avere nessun timore a correre con un mezzo a ruote legato due metri e mezzo dietro di lui, perché è certo che, qualsiasi cosa succeda, tu non gli andrai addosso, a un affiatamento del genere si arriva con il tempo e con il lavoro e mai forzando il cane, perché semplicemente si rifiuterebbe di tirare.
L’ambiente del canicross è molto bello, c’è sicuramente tanto agonismo ma, alla base di tutto, ci sono un assoluto rispetto e affiatamento con il cane (per questo si parla sempre di “binomio” e mai del solo conduttore o del solo cane), è cosa normale vedere atleti, anche in gare importanti, fermarsi e abbandonare perché il cane dà segni di troppa fatica e, al mondiale dello scorso anno, è diventata celebre la foto di un conduttore che ha tagliato il traguardo con il proprio “compagno” in braccio semplicemente perché questi, sul rettilineo di arrivo, si è spaventato per gli applausi e il tifo e si è bloccato.
Dove vi allenate?
Lungo gli sterrati tra i vigneti in Franciacorta e sulle ciclabili lungo il Serio
Obiettivi futuri?
Speriamo di venire convocati in nazionale per l’Europeo, a ottobre, in Belgio trovando anche uno sponsor che ci dia una mano ad affrontare la trasferta.
Mauro Ferrari