Il 26 febbraio anche a Orzinuovi si sono svolte le primarie aperte per l’elezione del Segretario del Partito Democratico. A livello nazionale, come noto, ha vinto Elly Schlein, che domenica 12 marzo è stata poi proclamata dall’Assemblea Nazionale del PD. In un panorama generale, che ha visto la Schlein vincere un po’ ovunque, Orzinuovi ha mostrato una sua peculiare caratterizzazione, mostrando una netta vittoria di Stefano Bonaccini, con 173 preferenze contro le 79 della Schlein. Anche in qualche altro paese vicino ha vinto lui, ma con distacchi nettamente più contenuti. Posto che naturalmente, nel rispetto delle regole della democrazia interna, ora il Segretario è unico per tutti e tutti riconosciamo tale Elly Schlein, cosa vuol dire questa “anomalia orceana”? Nonostante il tentativo della stampa di ridurre le posizioni dei due principali candidati alla segreteria come pressochè identiche, in realtà (e giustamente) corrispondevano a due linee diverse, che si sono legittimamente confrontate. E la linea di Bonaccini voleva interpretare il “riformismo”. Il tono del riformismo lo abbiamo trovato sbiadito in tante giacche, di ogni colore ed ognuna con le tasche piene di soluzioni, tattiche, piccole conquiste, e quasi mai visioni complessive. La proposta riformista di Bonaccini partiva dalla concretezza delle esperienze amministrative, cercando di trovare la sintesi tra i valori della sinistra democratica, laica e cattolica, con il pragmatismo della necessità di dare risposte concrete ai territori. Una cultura che ha dato tanto anche al nostro territorio, fatto di decenni di buona amministrazione. Questa è la cultura che ancora oggi caratterizza chi a Orzinuovi guarda al PD.
I risultati ci pongono di fronte un obiettivo a breve e lungo termine, ovvero riprendere a fare politica alta da posizioni popolari provando a connettere bisogni diffusi e capacità generative, come solo le comunità dialoganti sanno fare. Partiamo da una percezione frammentaria e frammentata del vivere quotidiano, dall’incapacità della politica di leggere i cambiamenti, anche minimi, per rilanciare uno spirito di servizio che parta necessariamente dalla consapevolezza che il mondo liquido di oggi, non transige in termini di efficacia comunicativa, velocità nelle risposte, presa in carico delle aspettative dei singoli, sempre più preponderante rispetto al senso collettivo del bene comune. Troppo spesso abbiamo sentito parlare di persone e molto poco di progetti, agende politiche, ravvedendo in taluni casi nemmeno più l’ombra di scontri correntizi ma bensì, più poveramente, rivalità personalistiche, ancorché prive di filiere credibili. Torna al centro la potenza della proposta politica solo se si ritrova lo spirito costituente del partito democratico, la vocazione ad essere “maggioritario” non nel senso elettorale del termine, ma nella volontà di incidere nel reale cambiamento della società, dismettendo i panni dei conservatori dello status quo e rimettendo al centro il valore dell’individuo nel contesto comunitario, e non viceversa. Per farlo non basta certo un nuovo segretario di partito, piccolo o grande che sia. Serve una comunità politica che si metta in cammino, che ricostruisca giorno dopo giorno una posizione nel paese che non sia solo “opposizione” ma qualcosa di più, una certezza di governo delle complessità. Orzinuovi c’è.
Severino Gritti
Partito Democratico Orzi