Non ha avuto più un attimo libero il dottor Lorenzo Emiliani dal momento in cui si è sparsa la voce che il 28 gennaio sarebbe stato il suo ultimo giorno come medico di famiglia, perché poi avrebbe raggiunto il giusto traguardo della pensione. A Montichiari lui è una vera e propria istituzione, uno di famiglia per tutti i suoi pazienti che lo hanno voluto salutare con gratitudine e commozione. Un ondata di affetto che ha raggiunto anche chi scrive, contattata da più di un monteclarense per raccontare un dottore che con generosità e passione ha accompagnato i suoi assistiti per oltre 40 anni. «È stato un grande medico – ha commentato Dino Giaretta – uno di quelli come ve ne erano solo un tempo. Gli sono grato per come ha seguito me e i miei genitori anziani, che non mancava di venire a visitare a domicilio sapendo quante difficoltà avevano nello spostarsi». «Durante il Covid non ha mai mancato di rispondere anche a chi come me non era una sua assistita – gli fa eco Albita Urrego – Se ne trovano pochi, ormai, di medici come lui». Raggiunto nel suo studio, che, mai come negli ultimi giorni, è pieno di pazienti che passano per un ultima visita, un consiglio, una rassicurazione o anche solo per ringraziarlo di tutto, il dottor Emiliani racconta: «Sono state molte le manifestazioni di gratitudine che ho avuto in questi giorni. Giorni intensissimi con l’agenda che scoppiava di appuntamenti. Addirittura una paziente al telefono si è messa a piangere. Quaranta due anni di servizio, però, non sono pochi ed è giusto che anche il percorso professionale arrivi ad una fine. Ho iniziato nel 1981 come guardia medica all’Ospedale di Desenzano dove sono rimasto fino al 1984 quando sono arrivato come medico di famiglia a Montichiari. Ho seguito le orme di mio padre Leone, già medico stimato e conosciuto in paese, specializzandomi in otorinolaringoiatra. Mio padre mi ha insegnato a spiegare sempre le cose come stanno ma sapendole dire, cioè con una certa vicinanza, sostegno e umanità. Accompagnando, cioè, il paziente nel prendere consapevolezza della propria malattia ma sottolineando che la medicina ha fatto grandi passi avanti, quasi tutto è cambiato e non bisogna deprimersi. Le giuste terapie e i buoni ospedali possono aiutare a guarire anche dalle peggiori diagnosi e questo io l’ho sempre spiegato chiaramente, cercando in tutti i modi di far loro forza e di dare speranza» L’incontro con il dottor Emiliani è anche l’occasione per un confronto relativo alla mancanza di medici di base, una grave carenza e problematica che tocca non solo Montichiari ma più in generale l’intero territorio nazionale. «Da quanto l’anno scorso a marzo è andato in pensione il dottor De Stefani, che con Bellavia lavorava con me in rete, non ho fatto un giorno di vacanza se non le feste comandate. Sarebbe bastato qualche anno fa vedere le proiezioni sull’aumento degli abitanti in città come Montichiari, territorio di grande immigrazione anche dai paesi limitrofi, per capire che intorno al 2020/2025 ci sarebbe stata una cosiddetta “Bolla pensionistica” cioè tutti coloro che si erano laureati intorno al 1980 sarebbero andati in pensione e il numero chiuso nelle Facoltà di Medicina, nonché il numero dei laureati come medici, non avrebbe permesso il giusto ricambio generazionale». La Comunità di Montichiari, dunque, con il raggiungimento della pensione di Emiliani resta ancora più orfana di bravi medici sul territorio. «Siamo tutti invecchiati insieme ad Emiliani – hanno affermato molti suoi pazienti – e non saràsemplice interrompere questo privilegiato rapporto professionale, anche se gli auguriamo di godersi un lungo e meritato periodo di congedo»
Marzia Borzi