La Scuola d’arti e Mestieri Ricchino ha aperto le porte dei suoi laboratori a una visita istituzionale voluta con l’obbiettivo di mostrare la propria fucina in piena attività. Il presidente Gianpietro Costa, ha invitato ,infatti, le autorità comunali composte da il Sindaco Tiziano Belotti, il Vicesindaco Simone Agnelli, l’Assessore Elena Belleri, la Presidente del Consiglio Roberta Martinelli e il Consigliere di Maggioranza Stefano Venturi, oltre al Prevosto Monsignor Mario Metelli, esponenti della Fondazione Cossandi, proprietaria dell’immobile presso cui la Scuola opera, il direttore dell’Associazione Artigiani di Brescia Paolo Carrera e il Presidente di Cogeme spa Giacomo Fogliata. Tutti i partecipanti alla visita hanno sottolineato come “l’impegno e la qualità di questa istituzione formativa continuano a crescere, rafforzando le proprie relazioni con il territorio bresciano, sempre all’insegna della tradizione, ma con uno sguardo rivolto al futuro”.
La storia della Scuola testimonia e comunica tenacia, risposte a desideri ed ambizioni, espressione di attitudini, con una persistenza così radicata da superare ogni fase politica o sociale nel corso di tutti questi anni. Una istituzione che ha saputo evolvere mutando nome, impostazione didattica, ragione sociale ed utenza senza scostarsi mai dalla vocazione delle arti e mestieri. Una Scuola in cui il d.n.a. è fortemente caratterizzato dall’elemento umano e territoriale da cui è generata la trasmissione applicata del sapere professionale.
È il 1864 quando nasce la “Società Operaia Industriale e Agricola di Rovato”, dalle cui radici, allo scopo di dotare il centro di un polo didattico superiore, contribuendo all’elevazione culturale e al miglioramento delle attività imprenditoriali future dei giovani “in loco”, nel 1876 viene fondata la Scuola di Disegno, oggi conosciuta appunto come “Scuola d’Arti e Mestieri Francesco Ricchino”.
L’otto marzo 1876, segna l’inizio della costante collaborazione economico-gestionale fra il Comune di Rovato e la Scuola di Disegno, legando le sorti di entrambi: da una parte si garantiva il diritto allo studio “ante litteram” ai giovani meritevoli e di arricchire il proprio prestigio agli occhi dell’intera comunità locale nonché dei paesi limitrofi, dimostrando un modello di virtuosa amministrazione e lungimiranza, mentre per la direzione della Scuola significava stabilizzare una realtà altrimenti aleatoria e basata sull’unica volontà dei suoi temerari maestri. Nel 1891 è il cav. Clemente Rivetti, nel suo ruolo di Direttore ed insegnante, a dare la svolta decisiva trasformandola da Scuola di Disegno in Scuola Professionale, egli con coraggio ed abnegazione si assunse l’onere dell’insegnamento e della direzione, prestando la sua opera per 45 anni. A partire da questa data la Scuola ebbe una fisionomia più definita, acquisendo caratteristiche professionalizzanti e dotandosi di un regolamento e di una commissione di vigilanza. La scuola ebbe sempre come scopo l’addestramento degli alunni al disegno inerente al mestiere e arte che intendevano intraprendere e all’esercizio graduale dei lavori di meccanica e artigianato.Alcuni alunni si specializzarono nell’arte del ferro battuto, altri in falegnameria e intaglio, o costruzioni edili.
Nel novembre del 1936 Gerolamo Calca, succedendo al cav. Rivetti, inizia il suo incarico di Direttore, che proseguirà fino al 1955 attraversando gli anni difficili della guerra, gestendo con abilità l’impegnativo passaggio amministrativo conseguenza della mutata legislazione scolastica nazionale, che richiedeva la presenza di insegnanti qualificati e specializzati, e di officine interne per offrire agli studenti la possibilità di svolgere esercitazioni pratiche. Il metodo adottato di accostare un docente diplomato ad un artigiano professionista fu di giovamento agli studenti.
Dal 1955 ad oggi, molte furono le figure di spicco che per capacità, sensibilità e grande passione, lasciarono tracce indelebili del loro passaggio alla Scuola, in vesti e ruoli diversi adattarono l’offerta formativa ai tempi ed alle esigenze della realtà produttiva ed espressiva portando la Scuola a meritare importanti riconoscimenti e a divenire ancora oggi l’unica realtà così articolata e completa sull’intero territorio nazionale.
Mauro Ferrari