La crisi energetica ha colpito anche e soprattutto le nostre tasche. Tutti, infatti, chi più chi meno, siamo stati costretti a confrontarci con il caro bollette, che in molti casi sono raddoppiate, e in certi casi anche di più.
Questa tendenza al rialzo era già iniziata prima del febbraio 2022, ma con l’inizio della guerra in Ucraina e tutti gli annessi e i connessi che purtroppo conosciamo molto bene, la situazione è andata via via peggiorando, con i risultati che conosciamo.
Sappiamo anche che, per quanto ci facciamo rizzare i capelli in testa, i rincari delle bollette di casa sono poca cosa rispetto ai rincari che hanno colpito molte aziende (le famose energivore, delle quali si parla un giorno sì e l’altro pure) e pure alcune realtà «culturali».
E’ proprio per cercare di risparmiare che una di queste belle realtà, il Museo Bergomi di Montichiari, ha deciso di chiudere per due mesi e mezzo, praticamente fino alla metà di marzo. La decisione è stata presa
congiuntamente dall’amministrazione comunale e da Montichiari Musei a seguito dei pesanti aumenti delle bollette dell’energia che il Centro Fiera, società controllata dal Comune e proprietaria dello stabile in cui si trova la struttura museale, si trova a sostenere questo inverno.
«Non è stato facile giungere a questa scelta – spiega l’assessore alla Cultura Angela Franzoni – che tuttavia non ha alternative se non vogliamo gravare eccessivamente sui conti del polo fieristico. Teniamo presente che il periodo più freddo è anche quello in cui si registra un minor numero di visitatori al Museo Bergomi. Quanto ai laboratori didattici, sino alla prossima primavera avranno luogo al Museo Lechi».
Insomma: bollette alle stelle e un minor numero di visitatori nel periodo invernale hanno reso necessaria, o almeno consigliato, questa scelta decisamente… sofferta.
«Vista l’eccezionale situazione determinata dal caro energia – conferma Paolo Boifava, direttore di Montichiari Musei -, in accordo con il Comune e il sottoscritto, il Centro Fiera ha deciso di spegnere il riscaldamento del museo. A fronte di un costo giornaliero di circa 400 euro, l’ente fieristico, a cui spetta il pagamento delle utenze, ha comprensibilmente preferito risparmiare sui costi eccessivi che si prospettavano per riscaldare i grandi spazi che ospitano l’importante collezione etnografica del pittore Giacomo Bergomi».
Come detto, il museo rimarrà chiuso per circa due mesi e mezzo: la riapertura, infatti, è fissata per venerdì 17 marzo, quando si inaugurerà la mostra dedicata alle fotografie scattate da Bergomi, ideale celebrazione dei cent’anni dalla nascita e dei venti dalla morte.
Contemporaneamente, tra Castello Bonoris e Museo Lechi andrà in scena la grande serie di iniziative dedicate al centenario della morte del conte Gaetano Bonoris. MTM