“Franciacorta, la magnifica città. Incontri e passeggiate nella cultura” aveva debuttato nel marzo di quest’anno con tre appuntamenti dedicati allo sviluppo della Franciacorta da un punto di vista culturale e attraverso l’illustrazione di alcuni progetti emblematici per il Comune di Rovato. Una serie di incontri che l’Amministrazione Belotti ha deciso di avviare in una prospettiva di medio lungo termine e incrociando molto tematiche, anche di attualità. Non a caso, ad aprire questa sessione autunnale – il 27 ottobre – è stato Toni Capuozzo.
Giornalista e inviato televisivo pluripremiato, ha esordito nel 1979 per il quotidiano politico Lotta Continua, e da sempre lavora per raccontare storie importanti, interessandosi in particolare di mafia e di guerra: ha seguito per Mediaset le guerre in ex Jugoslavia, Somalia, Medioriente e Afghanistan e l’Unione Sovietica. Vicedirettore del TG5 fino al 2013, dal 2000 ha curato e condotto Terra!, settimanale del TG5 per dieci anni e poi in onda su Retequattro, sotto la direzione di Videonews. Ha tenuto inoltre, su Tgcom24, la rubrica Mezzi Toni.
Lo storico cronista non poteva immaginare che l’uscita del suo libro, “Balcania, l’ultima guerra europea”, dedicato al trentesimo anniversario del conflitto nella ex Jugoslavia, sarebbe coincisa con lo scoppio di un’altra sconvolgente guerra a poca distanza da casa nostra. Tante sono le similitudini che Capuozzo vede tra quel che ha vissuto in prima persona negli anni Novanta come corrispondente di guerra nei Balcani e quel che sta succedendo adesso in Ucraina. “Ho scritto il mio libro pensando al trentesimo anniversario dell’assedio di Sarajevo, momento centrale dei 10 anni che hanno distrutto la Jugoslavia. Era il 5 aprile del 1992. Mai avrei pensato che il libro uscisse in giorni in cui c’è un’altra guerra che ci preoccupa e ci indigna.”
“Balcania” è un libro che viaggia sul filo dei ricordi dell’autore, che per dieci anni ha seguito per la televisione i conflitti della ex Jugoslavia. C’è lo stupore di una guerra europea e il tentativo di trasformare le notizie, destinate a durare poche ore, in racconti capaci di spiegare un conflitto meglio di tante analisi geopolitiche. Al cuore del libro, la narrazione dell’assedio, con la morte quotidiana, le strategie di sopravvivenza, i giardini trasformati in cimiteri, l’ospedale psichiatrico come unico luogo inevitabilmente multietnico della Bosnia. Le ostilità nei Balcani hanno coinvolto popolazioni a noi vicine, che già lo erano state nelle guerre otto/novecentesche quando l’Austria dominava. Bosnia, Erzegovina, Cossovo, Albania religioni cattolica, ortodossa, mussulmana, popoli quasi fratelli in lotta tra loro, che Capuozzo descrive narrando i civili martoriati, le città distrutte, per tutte Sarajevo e Srebrenica e inserendo nel volume articoli di giornale e recuperati dal suo volume Il giorno dopo la guerra (Feltrinelli 1996).
La presentazione è stata preceduta dal film documentario – sempre di Capuozzo – “1992-2022 Ritorno all’inferno”. Un confronto tra passato e presente che investe la Bosnia, l’Ucraina e l’Italia e ci porta a riflettere a cosa sia servito tanto dolore se nuovamente ci ritroviamo con una guerra in Europa.
“Balcania ha il merito di ricordarci quanto la libertà e la pace siano valori difendere, ad ogni costo– ricorda il Sindaco di Rovato Tiziano Alessandro Belotti– “La cultura è uno strumento che ci può aiutare in questo percorso di consapevolezza.” Un auspicio condiviso anche da Fondazione Cogeme che continua a collaborare alla rassegna in qualità di partner tecnico, a sostegno delle municipalità.Mauro Ferrari