Visto che anche Manerbio avrà la sua bella Comunità energetica, vediamo di capire di cosa si tratta.
Cominciamo col dire che le Comunità energetiche rappresentano una forma d’azione collettiva e collaborativa per la transizione energetica: un nucleo di realtà che scelgono di alimentare le proprie utenze con energia pulita, autoprodotta e condivisa. Fatto, questo, che permette di migliorare l’impatto ambientale dei singoli e della collettività, di ridurre i costi in bolletta, di contribuire allo sviluppo di reti energetiche sostenibili e accedere agli incentivi per l’energia condivisa. L’energia prodotta viene istantaneamente consumata dai membri della Comunità; diversamente, per l’energia in surplus (prodotta in eccesso) è possibile immagazzinarla oppure cederla al Gse. Insomma: non proprio l’Eldorado, ma quasi.
Costruire una Comunità energetica non è la cosa più facile al mondo, ma non è neanche impossibile. Innanzitutto, è necessario costituire l’unione legale tra i partner: cittadini, imprese, enti locali… Chi ci sta, insomma. Segue poi la fase dedicata alla regolamentazione dei rapporti tra i partner della comunità energetica e alla definizione delle modalità di distribuzione dei ricavi derivanti dall’energia condivisa. Va poi redatto lo Statuto o l’atto costitutivo, quindi, dopo aver provveduto all’installazione degli impianti rinnovabili e alla loro registrazione, si prosegue con la redazione dell’istanza per l’accesso al servizio/meccanismo di valorizzazione e incentivazione dell’energia elettrica condivisa.
Ecco, grazie al voto favorevole di tutte le forze politiche che siedono in consiglio comunale (segno che si tratta di cosa buona e giusta), a Manerbio s’è messa in moto questa macchina (o comunque qualcosa del genere), che porterà alla nascita di una Comunità energetica: soggetti che, all’interno di un «perimetro» ben definito, producono consumano e scambiano energia da fonti energetiche rinnovabili. L’obiettivo dichiarato è chiar: arrivare all’autosufficienza.
Dicevamo che il cammino non è facile, e nemmeno lungo. Nei mesi scorsi la giunta comunale s’è rimboccata le maniche, analizzando le dinamiche per preparare tutti i decreti attuativi, grazie ai quali si passerà alle azioni vere e proprie, così da arrivare il prima possibile a produrre, consumare e scambiare l’energia prodotta da fonti rinnovabili.
Ribadiamo: il percorso non è certo facile, né breve, ma ne vale la pena. Non a caso sono molti i Comuni bresciani (anche della Bassa) che, avendo capito l’importanza (e soprattutto i benefici) del progetto, si stanno muovendo per creare la loro Comunità energetica.
E chissà che non venga il giorno in cui, oltre a produrre e scambiarsi energia al loro interno (tra gli associati), si possa fare un discorso analogo anche tra le varie Comunità energetiche. Pensate a una mega Comunità energetica fatta da Comunità energetiche più piccole… MTM