Domenica 9 ottobre l’artista monteclarense Lauro Gorini ha aperto al pubblico le porte del proprio atelier, un luogo unico sito nel cuore di Borgosotto, nella la frazione più antica e segreta di Montichiari. In quell’occasione, Gorini ha presentato in anteprima assoluta “Una mezza mattina di primavera” (BAMS, 2022), un libro/catalogo nato dall’isolamento forzato del lockdown 2020 e che si declina in una stampa alla gomma bicromata a contatto, in uno studio su carnet e in una pubblicazione edita da BAMS e curata da Fabrizio Migliorati. Nato a Montichiari nel 1956, Lauro Gorini è artista eclettico, capace di spaziare dalla pittura alla scultura, dall’incisione alla fotografia fino all’installazione. «Gorini – racconta il curatore Fabrizio Migliorati – rappresenta una figura che attraversa epoche e stili proponendo una personale interpretazione della contemporaneità. Situandosi da qualche parte tra dandismo e patafisica, azionismo e classicismo, interroga il reale frantumando il conformismo e l’ovvietà. Ogni sua mostra rappresenta un vero e proprio momento sorprendente in grado tanto di affascinare lo spettatore quanto di decentrarlo. La sua attenzione si è da sempre concentrata sulla figura umana e sulla sua carnalità. Nato come pittore e disegnatore, Gorini esplora da oramai due decenni la scultura e la fotografia, integrando queste tecniche all’interno di una pratica artistica che ruota intorno a due fuochi: l’installazione e la performance. Tributario di un amore per una certa fotografia statunitense (Duane Michals in primis) e di una performatività in presenza o documentata (Dada, Fluxus, l’azionismo viennese, Gina Pane), l’artista interroga il mezzo del portfolio al fine di sospenderlo in un’atemporale mise enabyme. Una mezza mattina di primavera fa parte di una serie di opere fotografiche che sussumono il percorso dell’artista attraverso una narrazione per quadri dove l’incontro fortuito tra il dandy e il cultore della patafisica crea un cortocircuito temporale ed estetico». Le visite all’atelier sono state gratuite, contingentate e divise in due momenti della giornata e hanno dato l’occasione a tutti i partecipanti di entrare di persona in un mondo straordinario, in una dimora dove l’arte si respira in ogni angolo e dove ogni oggetto diventa fonte di ispirazione primaria.
Marzia Borzi