Uno spettacolo nello spettacolo. Questo è stato l’Equinozio a cui si è potuto assistere quest’anno, durante la serata di venerdì 23 settembre, nella Pieve romanica di San Pancrazio, per la presenza di tantissimo il pubblico, mai così numeroso per contemplare il fenomeno luminoso che si verifica nella splendida basilica due volte all’anno: durante l’equinozio di primavera e di autunno.
Grandi e bambini tutti in trepida attesa per poter immortalare quella che si può definire la “Magia della luce”, allorquando i raggi di sole, penetrando dalla bifora che si trova sulla facciata della chiesa romanica, vanno a colpire la monofora dell’abside principale disegnando sulla vòlta una croce e inondando di luce anche il tabernacolo presente nell’absidiola di sinistra e la cappella barocca alla destra dell’altare. Il merito del clamoroso successo di un appuntamento, che negli anni è sempre stato noto perlopiù solo ai monteclarensi, va all’Amministrazione Comunale nella persona dell’Assessore alla Cultura Angela Franzoni che quest’anno ha voluto dare lustro alla suggestiva occasione anche tramite i canali social del Comune di Montichiari affinché venisse conosciuta e promossa e arrivasse a più gente possibile. Il richiamo, dunque, non ha mancato di attirare il pubblico costituito da monteclarensi (affezionati o che mai lo avevano osservato dal vivo) ma pure da gente giunta dai paesi vicini per immortalare il suggestivo gioco di luci. La Pieve, gentilmente messa a disposizione dalla Parrocchia di S. Maria Assunta, è stata così eccezionalmente aperta dalle 17 alle 19 per consentire di assistere ad un evento che riconsegna non solo una profonda suggestione emotiva ma l’eccellenza architettonica che attraversa il tempo. Per illustrare questo emozionante evento naturale sono stati presenti l’Abate di Montichiari Cesare Cancarini, don Italo Uberti e l’esperto d’arte Ezio Soldini, che ha fornito anche alcune dettagliate informazioni storico/artistiche sui bellissimi affreschi parietali e sulla chiesa romanica risalente al XII secolo, una tra le meglio conservate di tutta la Lombardia.
Marzia Borzi