Tre grandi amici: Alessandro Romano, Francesco Martinelli e Marco Deviardi; i primi due di S. Andrea, il terzo di San Giuseppe, hanno pensato bene di tentare la sfida al programma preserale “Reazione a Catena” in onda su Rai 1 e condotto dal simpatico Marco Liorni.
I “Tre allo spiedo”, questo il soprannome del terzetto in gara, hanno dominato per ben nove puntate prima di essere spodestati dal trio “Gli Affiatati”. Le puntate sono state trasmesse nei giorni a cavallo tra la fine di agosto ed i primi di settembre.
Ma chi sono i nostri temerari eroi?
Francesco, classe 2001, frequenta il corso di Ingegneria Civile presso l’Università degli Studi di Brescia; Marco, anche lui nato nel 2001, frequenta il corso di Ingegneria Matematica presso il Politecnico di Milano e Alessandro, 24 anni, è laureato in Storia e ora frequenta il corso magistrale di Scienze Storiche all’Università degli Studi di Milano.
Tre giovani studenti volenterosi molto attivi anche a livello di volontariato, in particolar modo nell’oratorio di S. Andrea dove, in questo inizio di settembre hanno dato un grande aiuto nella preparazione e gestione della famosissima “Festa di S. Andrea”. Li abbiamo incontrati per capire come è nata l’idea di partecipare a questo gioco e mettersi così alla prova.
- Come è nata l’idea di partecipare a “Reazione a catena” e di mettersi pubblicamente in gioco?
«Siamo tre amici oramai di lunga data e l’idea di partecipare al programma televisivo “Reazione a Catena”, condotto da Marco Liorni, è venuta a Francesco la notte di capodanno. Successivamente l’ha subito detta ad Alessandro che, nonostante la risposta affermativa, in realtà non aveva ben compreso la cosa in quanto stava grigliando i ferri per il veglione di fine anno. Poi, una volta riferita questa “pazza idea” a Marco, quest’ultimo risultò in un primo momento titubante, ma poi accettò anche solo per la curiosità di mettersi in gioco».
- Dove e quando sono state registrate le puntate? Ci sono state preselezioni o delle prove?
«Ci siamo iscritti al sito di Raicasting nel mese di febbraio e siamo stati contattati dalla redazione a fine marzo di quest’anno. Il 6 aprile siamo andati a fare il provino negli studi della Rai a Milano in Corso Sempione e, da quel giorno, è iniziata questa magnifica avventura. A metà luglio siamo stati contattati dalla Rai, che ci ha comunicato di essere stati selezionati per la partecipazione al programma. La registrazione delle puntate si è svolta la settimana successiva nello studio TV2 del Centro di Produzione di Napoli».
- Com’è stata l’esperienza del gioco davanti alle telecamere?
«Eh, all’inizio eravamo tutti e tre molto agitati e impostati per paura di sbagliare qualcosa davanti alle telecamere, essendo proprio la prima volta in televisione e per giunta su RAI 1, tuttavia, con il passare delle puntate, le cose sono andate migliorando sentendoci un po’ di più a nostro agio».
- Cosa vi ha colpito maggiormente del mondo televisivo?
«Una cosa che ci ha molto colpito degli studi televisivi è stato vedere la macchina organizzativa che vi sta dietro: regista, autori, microfonisti, cameraman, costumiste, truccatrici e parrucchieri. È una cosa inimmaginabile, un numero enorme di persone; abbiamo anche scoperto figure professionali per noi sconosciute».
- Come è stato il gioco vero e proprio?
«Il gioco è stato avvincente e, nonostante le iniziali difficoltà dovute al “nuovo mondo”, è andato tutto liscio. Poi, ovviamente, sarebbe potuto andare ancora meglio, in ogni caso le nove puntate che abbiamo registrato ci hanno fatto rinsaldare ancora di più il nostro rapporto di amicizia».
- Quale è stata la reazione dei concittadini di San Giuseppe e S. Andrea?
«Sono stati tutti molto orgogliosi di vedere dei loro compaesani in televisione in un programma di fama nazionale e ciò ci fa capire ancora di più come sia bello vivere in piccole realtà dove tutti si conoscono ed in cui l’umiltà è il principio cardine».
- Una valutazione finale in merito a questa esperienza; la consigliereste ad altri? La ripeterete in futuro?
«Il giudizio non può che essere positivo in quanto è stata un’esperienza che abbiamo vissuto insieme e, non c’è cosa più bella, del provare qualcosa di nuovo con gli amici di una vita; persone che ti permettono di contare l’uno sull’altro. Ovviamente consigliamo di provare questa esperienza, per vivere l’emozione di entrare in uno studio televisivo e giocare davanti alle telecamere e sotto i riflettori. Per quanto riguarda il futuro, ora abbiamo l’obiettivo di terminare gli studi accademici. Il mondo della televisione, al momento, non è tra le nostre aspirazioni, ma non si sa mai cosa possa riservarci il domani».
Non possiamo che concludere con un pensiero sincero: «Grazie ragazzi, siamo fieri di voi, per la partecipazione a questo programma ma soprattutto per l’opera di volontariato che svolgete a favore della vostra realtà parrocchiale. Vi ringraziamo di averci coinvolto in questa avventura e vi auguriamo ogni bene per il vostro futuro!»
Emanuele Lopez