É la manerbiese Giulia Fredi la vincitrice di Eni Award 2022 per la sezione “Giovane ricercatrice dell’anno”. Laureata nel 2016 in Ingegneria dei materiali presso l’Università degli studi di Trento, Giulia ha conquistato il podio di questo prestigioso premio che da 14 anni è punto di riferimentoper la ricerca e l’innovazione tecnologica applicate al mondo dell’energia. Fredi ha condotto uno studio su materiali compositi polimerici che combinano una matrice polimerica e un agente di rinforzo, per raggiungere un buon equilibrio tra proprietà meccaniche e di accumulo termico. Lo studio presentato nella sua tesi di dottorato e che ha permesso di raggiungere l’ambito premio, ha avuto come risultato l’ottenimento di un composito polimero-matrice multifunzionale che combina elevate proprietà meccaniche e la capacità di immagazzinare e rilasciare calore a una temperatura ben definita. La cerimonia di premiazione si svolgerà presso il Palazzo del Quirinale il prossimo 3 ottobre alla presenza del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. “La mia tesi di dottorato, per cui sono stata premiata nella sezione Giovane ricercatrice dell’anno” spiega Fredi “è uno dei sei premi in cui si articola l’Eni Award che ha come scopo quello di sostenere le nuove generazioni di ricercatori, supportando le loro ricerche ed innovazioni. Sono molto contenta di questo riconoscimento”. Classe 1992 e tanto studio alle spalle, Giulia Fredi parla con estrema semplicità delle sue ricerche e delle sue scoperte, pur nella consapevolezza, forse, di non essere compresa da chi la materia non la mastica, ovvero dalla gran parte dei suoi interlocutori. Ma l’intelligenza dei “grandi” consiste nell’abbassare il livello all’occorrenza. E allora ci prova a spiegare con esempi ancora più basici. “I materiali che ho studiato durante la mia tesi di dottorato sono i compositi polimerici” spiega Giulia che prosegue raccontando che si tratta, per esempio, di materiali in fibra di carbonio che servono per realizzare strutture leggere ma resistenti come le pale eoliche. Per queste strutture serve però un’altra caratteristica, ovvero è necessario che abbiano una funzione di regolatore termico. Un esempio sono i case dei computer, vale a dire la parte in plastica o in metallo che protegge l’hardware e permette di fissare tutte le periferiche interne, o la parte esterna dei telefoni cellulari. Queste componenti devono regolare la temperatura del dispositivo evitando per esempio il surriscaldamento delle batterie. Giulia c’è riuscita a combinare tutti i fattori necessari per l’ottimale funzionalità dei dispositivi elettronici. Uno studio che rientra a pieno titolo nella “mission” di questo prestigioso concorso che, nella sezione giovani, premia laureati autori di tesi di dottorato di ricerca svolte in università italiane su temi di sviluppo di natura sostenibile, in uno scenario di cambiamenti climatici in continua evoluzione. E allora, nella confusione e preoccupazione di questi nuovi scenari internazionali capaci di stravolgere le coordinate geopolitiche fin qui note, non resta che sperare in giovani talenti come Giulia in prima linea nella ricerca di soluzioni di preservazione e ripristino del nostro capitale naturale. “Considero questo premio come la conclusione degna di un percorso di dottorato impegnativo e ricco di soddisfazioni” conclude la giovane “è un ottimo risultato non solo mio, ma anche dei professori che mi hanno seguito e di tutti i colleghi del mio laboratorio”.
Barbara Appiani