Secondo la normativa vigente, «nessuna strada o piazza pubblica può essere intitolata a persone che non siano decedute da almeno dieci anni. Lo stesso vale per i monumenti, le lapidi o altri ricordi permanenti situati in luogo pubblico o aperto al pubblico, fatta eccezione, in questo ultimo caso, per quei monumenti, lapidi o ricordi situati nei cimiteri, o a quelli dedicati nelle chiese a dignitari ecclesiastici o a benefattori.Il limite dei dieci anni può essere superato per i caduti in guerra o per la causa nazionale. Inoltre, è facoltà del Prefetto, a ciò espressamente delegato dal Ministro dell’Interno, consentire la deroga a tali disposizioni in casi eccezionali, quando si tratti di persone che abbiano particolari meriti nei confronti della nazione».
Essendo il senatore Mario Pedini morto nel 2003, non ci sono problemi. Infatti, sabato 30 marzo, alle 11 è in programma la cerimonia ufficiale, con la quale si procederà con l’inaugurazione della nuova Piazza Pedini. Dopo gli interventi istituzionali in Sala consiliare, si procederà alla scopertura della targa.
Siamo convinti che, per quanto ha fatto quando era in vita, il senatore monteclarense meritasse l’onore di vedersi intitolato un luogo pubblico. Nato il 27 dicembre del 1918 a Montichiari, dove poi frequenta le scuole elementari. Per il liceo si sposta a castiglione delle Stiviere, mentre per l’università a Pavia, dove si laurea prima in Storia e Filosofia, poi in giurisprudenza. Farà l’insegnante e preside, ma anche il procuratore legale.
Nel 1943 sposa Amalia Gavazzi, maestra elementare, che gli dà due figli: Enrico e Mariateresa. Negli anni del dopoguerra si avvicina alla Democrazia Cristiana, diventando a Brescia segretario organizzativo e provinciale. Intenso il suo impegno politico all’interno della «balena bianca», che lo porta a diventare deputato, senatore, sottosegretario e ministro. Fa anche parte dell’assemblea della Comunità Europea, con incarichi governativi, comunitari e internazionali.
Uscito definitivamente dalla politica attiva nel 1984, continua ad essere impegnato nel campo della cultura, docente incaricato di economia delle comunità europee all’università di Parma, con una intensa attività giornalistica, collaborando a quotidiani, riviste specializzate e pubblicistica, con la redazione di libri a carattere politico, economico e memorialistico, nonché nel campo dell’economia e del lavoro per l’assistenza e la promozione di imprese italiane in Africa ed America Latina.
L’amore per la musica, e in particolare per il pianoforte, fu una costante di tutta la vita; oltre regalargli momenti di serenità, lo strumento lo portò a confrontarsi con tanti appassionati anche in occasioni ufficiali.Rimase sempre profondamente legato alla sua terra d’origine ed in particolare al suo paese. Che ora lo ripaga intitolandogli una piazza. MT Marchioni