Nella Sala del Pianoforte, all’interno del Palazzo Comunale di Rovato, si sono svolte le premiazioni della disfida culinaria che aveva come obiettivo premiare il miglior Manzo all’Olio “casalingo” cucinato però secondo ricetta tradizionale ed organizzato – ad aprile – all’interno della fiera Lombardia Carne.
“Stilare la classifica non è stato semplice”, ha sottolineato nell’occasione il presidente della Confraternita del Manzo all’Olio di Rovato, Alberto Bittu; il 1° posto è andato a Taveri Enrico, il 2° a Zanardelli Giovanni e in terza posizione Valentina Foglia.
Ricordiamo che il miglior manzo all’olio di Rovato doveva essere cucinato secondo la ricetta prevista dal disciplinare DeCo (Denominazione di origine comunale). Le sue radici affondano nella storia e nella tradizione bresciana. La prima ricetta, infatti, risale al 1.500 ed è quella tramandata dalla nobildonna bresciana Veronica Porcellaga. Da allora se ne sono tramandate tante altre, come quell del ragionier Natali, sino – appunto – ad arrivare all’attuale, che deve rispondere ai criteri fissati dal disciplinare della De.Co. votata dal Comune di Rovato.
Il piatto ha pochi ingredienti obbligatori ma indispensabili: la carne di Rovato (il cappello del prete), l”olio tassativamente di qualità e le fondamentali acciughe.
L’iniziativa era promossa dalla Confraternita, con il patrocinio dell’Associazione ristoratori di Rovato, della Città di Rovato e della Strada del vino di Franciacorta.
Il concorso era aperto a tutte la famiglie, gli chef provetti, le casalinghe o gli appassionati di cucina che si dilettano nella preparazione del Manzo all’Olio. Per partecipare era necessario portare, domenica 3 aprile, almeno 5 porzioni di Manzo all’Olio di Rovato nello stand della Confraternita allestito in occasione della fiera di Lombardia Carne.
I concorrenti dovevano anche fornire la loro ricetta scritta, firmando inoltre una liberatoria per poterla pubblicare sul sito internet del sodalizio culinario e su carta stampata. Per favorire l’assaggio della giuria (e preservare al meglio le caratteristiche organolettiche) la pietanza doveva essere trasportata i contenitori termici, pronta per essere scaldata.
Ottima riuscita per l’iniziativa che sarà sicuramente riproposta dagli organizzatori in future edizioni.
Mauro Ferrari