La Camera di Consiglio del Tar, che avrebbe dovuto esprimersi sul ricorso presentato da Legambiente contro la realizzazione del polo logistico di Manerbio, ha preso tempo. La riunione in programma per il 27 febbraio scorso è stata posticipata a data da definirsi. Questo “modus operandi” lascia ben sperare gli ambientalisti che da tempo si battono contro quello che viene definito un vero e proprio scempio ambientale. Il ricorso di Legambiente risale a più di un anno fa e, a tentare di velocizzare l’iter legale, ci ha provato Serenissima Sgr, la società proprietaria dell’area subentrata alla Minervium Logistic srl. La Serenissima Sgr, infatti, aveva presentato una istanza di prelievo – ovvero una richiesta finalizzata a velocizzare i tempi tecnici di giudizio – accolta dai giudici che avevano fissato la data del dibattimento per fine febbraio. Ma la svolta è arrivata nei giorni scorsi quando, nonostante il sollecito della proprietà, i tempi sono stati dilatati. “Questo procrastinare il giudizio sul ricorso da noi presentato” dichiara Gabriele Pellegrini presidente del circolo di Legambiente Bassa Bresciana “ci fa pensare che i giudici del tribunale amministrativo stiano considerando la questione nella loro effettiva complessità, degna di grande attenzione. Siamo fiduciosi in una decisione che tenga conto del gravoso impatto di degrado paesaggistico e ambientale che questo progetto comporta”. Il terreno su cui dovrebbe sorgere il polo logistico si trova all’altezza dello svincolo dell’autostrada A21, proprio a fianco Nord dell’azienda Finchimica sottoposta alla normativa RIR “rischio di incidente rilevante”. Su questa area di 127 mila metri quadrati, la proprietà intende realizzare capannoni per 63mila metri quadrati, oltre a piazzali, parcheggi…. Una colata di cemento che – precisano da Legambiente -corrisponde ad una volumetria potenziale di circa ottocentomila metri cubi pari ,per avere un confronto, al volume di 2 mila villette messe insieme. Per ora, tuttavia, la società Serenissima avrebbe accettato di costruire “solo” 27 mila metri quadrati, come primo stralcio. L’e-commerce è certamente in grande espansione ma la sua scalata verso il podio del commercio mondiale si trascina anche e inevitabilmente, spiegano da Legambiente, un consumo del territorio inaccettabile se non ben pianificato, una richiesta di manodopera esigua e dequalificata, la pressoché totale distruzione di negozi di vicinato e desertificazione dei centri cittadini. Gli ambientalisti- per voce di Dario Balotta, presidente Olit, Osservatorio Nazionale Trasporti – avanzano la proposta di un riutilizzo di aree dimesse là dove esiste anche la possibilità dell’intermodalità ferro gomma, come richiede l’Europa e necessaria per un polo logistico.
Allo scempio ambientale, Legambiente aggiunge anche le ripercussioni che l’opera avrebbe sull’assetto idrogeologico della zona. Proprio in quell’area scorre il vaso Moloncello, unico vaso recettore di tutte le acque che costeggia e in parte attraversa la Finchimica per 500 metri, con un alveo già ristretto e cementificato negli anni ‘70. L’associazione ha chiesto al tribunale di voler disporre una verificazione atta a confermare il rispetto della recente normativa regionale sull’invarianza idraulica.Su quest’area ad oggi agricola il sindaco Samuele Alghisi dichiara da tempo di non avere la possibilità di fare marcia indietro e precisa che se è stato possibile togliere dal Pgt 34 mila metri quadrati di aree edificabili grazie anche all’accordo con i privati, per il terreno in questione e su cui si trova anche la cascina Monasterino sottoposta al vincolo delle belle arti, non c’è nulla da fare. Gli oneri di urbanizzazione, annuncia il primo cittadino serviranno per la bretella della 668. Ma quella della viabilità è un altro dei punti dolenti. Il polo logistico, ricorda Legambiente, porterà nella zona un flusso di traffico pesante che avrà importanti ripercussioni anche sull’inquinamento atmosferico.
Un progetto alternativo di grande importanza ecologica-urbanistica ,a cui sta lavorando con impegno Legambiente , verrà presentato pubblicamente nei prossimi mesi.
Barbara Appiani