Dunque, mentre questo numero di Paese Mo era in stampa, armi alla mano (stracci, alcool, vernice, gomme da cancellare e olio di gomito), gli studenti del Don Milani sono all’opera per cancellare dalla scuola scritte, simboli e in generale tutto ciò che richiama nazismo, razzismo e fascismo.
Tutti siamo stati a scuola; e tutti abbiamo visto, e forse anche contribuito a lasciare, segni del passaggio degli studenti: scritte varie sui muri, sui banchi, nei bagni, sui davanzali… I più romantici hanno aperto al mondo il loro cuore: ecco allora il classico «Maria ti amo», lo speranzoso «Amore non lasciarmi», il più generico «Ti voglio bene» ed il sempreverde «Viva la gnocca». Altri hanno con segnato ai posteri un giudizio sulla scuola e sui docenti: «Il prof è uno stronzo», «Che palle l’ora di Mate», «Oggi è il mio compleanno e io sono interrogato…».
Poi ci sono i soliti idioti, che si sentono forti e realizzati (poverini, devono essere mesi proprio male…) tracciando sui muri due esse incrociate, oppure scritte che inneggiano ai campi di sterminio. Il repertorio di questi scrittori imbecilli è logoro ma vario: si va da Hitler a Mussolini, passando per l’olocausto e cose del genere.
Non potendo organizzare la classica giornata al Teatro Gloria (il Covid ha sconsigliato questa bella abitudine), per dare un segno di come la pensa, ma soprattutto di civiltà, in occasione della Giornata della Memoria la dirigente scolastica Claudia Covri ha invitato gli studenti del Don Milani, ma anche i docenti e tutto il personale scolastico, a segnalare, se necessario con fotografie, scritte, scarabocchi e quant’altro sia non solo diseducativo, ma anche offensivo della dignità delle persone e delle istituzioni repubblicane. Tutto questo per affermare «il messaggio di rispetto e tolleranza nei confronti di ogni forma di diversità nella nostra comunità». Va da sé che, dopo la segnalazione, gli studenti sono invitati a cancellare queste scritte.
L’iniziativa della dirigente scolastica è buona e giusta. Talmente buona e talmente giusta che, se necessario (cosa da verificare) potrebbe essere ripetuta in altre occasioni. Infatti, se è vero che le scritte a sfondo razziale sono ancor più deplorevoli, è anche vero che sono da condannare (e cancellare) anche tutte le altre scritte: da «Maria ti amo» a «Il prof è uno stronzo».
Non per limitare la libertà d’espressione dei ragazzi, ma perché i muri di una scuola (ma anche le sedie, i banchi e i davanzali) non sono una lavagna più o meno interattiva, dove ognuno scrive quello che gli passa per la testa. Chi sporca pulisce; e se proprio non può fare a meno di scrivere su un muro o su una sedia, scriva sul muro o sulla sedia di casa sua. MTM