Gentile Direttore,
leggendo la lettera di “risposta del PD” pubblicata il mese scorso a firma del consigliere di maggioranza Gabriele Zilioli, apprendo con grande piacere che l’appello inoltrato qualche settimana fa all’Amministrazione, assieme all’amico Andrea Almici, ha sortito i suoi effetti. Diversamente da quanto letto in precedenza, infatti, non sento più parlare di un generico e fantasioso cambio di destinazione d’uso della nostra piscina comunale, bensì di un impegno per il 2022 a dedicare energie e le molte risorse economiche finalmente a disposizione del Comune per la realizzazione di un progetto di recupero di questa struttura sportiva. Ora non resta che fare un bel nodo al fazzoletto e attendere fiduciosi il concretizzarsi di questa promessa, augurando buon lavoro all’Assessore competente e a tutta l’Amministrazione.
Riguardo le critiche rivoltemi per la mancata riapertura dell’impianto credo ci sia poco da dire: è vero. Nei due anni di durata effettiva del mio incarico, di cui sei mesi in piena pandemia da Covid 19, non sono riuscito a riaprire la piscina comunale. Ma l’esperienza amministrativa acquisita in questi anni dal consigliere Zilioli gli consentirà certamente di sapere che un intervento così rilevante necessita di un periodo di realizzazione ben più lungo. In due anni si può individuare lo strumento amministrativo più corretto, che da sempre sostengo essere la “finanza di progetto”, e trovare privati interessati all’operazione, passaggi che, come ben noto a Zilioli e a tutti i Consiglieri di maggioranza, sono stati a suo tempo realizzati, e che possono, o potevano, segnare un percorso a cui dare seguito.
Una cosa è certa: nessuno può dire come sarebbero andate le cose se mi fosse stato consentito di portare a termine il mio mandato nei cinque anni previsti.
Riguardo la vicenda della conclusione della precedente gestione del centro, non riesco sinceramente a capire se il Consigliere mi voglia attribuire un merito per aver definito una vicenda che si trascinava da troppo tempo o un demerito per il riconoscimento di una “buona uscita” al gestore. Ad ogni modo, sia nell’uno che nell’atro caso, non posso assumermi in via esclusiva ne meriti ne demeriti, considerato che l’accordo è stato sottoscritto dal nostro Sindaco, l’unico autorizzato a farlo, con l’approvazione unanime della Giunta e con l’assenso dei Consiglieri di maggioranza.
Accantonata definitivamente, mi auguro, questa sterile polemica su “quanto ha fatto o non ha fatto l’Assessore che non c’è più”, vorrei affrontare un aspetto ben più rilevante.
Mi ha fatto riflettere la scelta del consigliere Zilioli di rispondere alla richiesta di chiarimenti di due cittadini manerbiesi non come rappresentante dell’Amministrazione in carica, bensì come Segretario del circolo locale del Partito Democratico. Trovo, infatti, questa iniziativa estremamente conflittuale rispetto al ruolo di Consigliere comunale, il quale è prima di tutto chiamato a farsi portavoce e rappresentante di tutta la cittadinanza e non solo degli iscritti al proprio circolo di partito.
Da tutto questo non si può che trarre una conclusione: l’esperimento “civico” tentato dal Sindaco Alghisi è da considerarsi definitivamente fallito. Diversamente da quanto promesso agli elettori durante l’ultima campagna elettorale, si è scelto, infatti, di dare priorità alla logica di partito rispetto al civismo, presupposto che, per mia formazione, non posso condividere.
Peraltro, non mi trova per nulla d’accordo il tentativo strumentale di creare una fantasiosa quanto inesistente contrapposizione tra me e il partito a fianco del quale, per due anni, ho accettato di governare Manerbio. Per mia fortuna, infatti, posso annoverare tra le mie amicizie numerosi manerbiesi simpatizzanti del PD, con i quali ho spesso occasione di condividere idee e progetti per la ripartenza della nostra cittadina.
Ed è proprio questo il punto. Credo sia arrivato il momento di accantonare le “battaglie ideologiche” che per troppo tempo hanno monopolizzato le scelte amministrative e lavorare insieme per cercare soluzioni concrete alle numerose problematiche che affliggono Manerbio.
Paolo Vittorielli