I cartelli stradali si rinnovano, riuscendo così a dare informazioni in più. Niente a che vedere con il codice della strada: niente nuove regole, insomma. Diciamo che, a Montichiari, ora i cartelli stradali raccontano anche la storia del paese.
C’era un tempo in cui i cartelli stradali assolvevano ad una sola funzione: indicavano il nome del Comune, ti segnalavano se dovevi girare a destra o a sinistra, se c’era un dosso o una cunetta. Siamo andati avanti così per tanti anni, praticamente fino a quando, sulla scena politica, sono apparsi Umberto Bossi e la sua Lega Nord. Lì c’è stato un primo cambiamento, perché, con l’avvento del Carroccio nelle amministrazioni comunali, i cartelli stradali hanno assunto anche un’indiretta valenza politica. Sui cartelli dei Comuni guidati dalla Lega, infatti, prima qua e là, poi praticamente dappertutto, accanto ai nomi ufficiali dei paesi hanno iniziato ad apparire anche i nomi in dialetto. Là dove prima c’era Montichiari, poi c’era anche Munticiàr; là dove c’era San Zeno Naviglio poi c’era San Zé Naéle, e così via.
Con tutte le relative ed annesse beghe politiche. Perché se gli uomini della Lega mettevano la doppia dicitura come simbolo del suo radicamento sul paese, gli uomini (e ovviamente anche le donne) dei partiti di opposizione gridavano allo scandalo, dicendo che era tutta propaganda e via dicendo. Chiacchiere e distintivo, tanto per citare un famosissimo film.
A tal proposito, ci sono stati anche casi in cui s’è sfiorata la farsa. A Ghedi, tanto per non andare lontano, era nata la discussione non solo sui cartelli, ma anche sul contenuto. C’era infatti chi voleva scrivere «Ghét», come si dice comunemente in dialetto, e chi invece voleva scrivere «Ghéd», come pare si dovrebbe dire in punta di penna. Vinse questa seconda ipotesi, e sui cartelli con scritto Ghedi apparve la scritta «Ghéd» (dicitura che, in alcuni cartelli, i soliti ignoti avevano corretto col pennarello ignoti in Ghét),
Bei tempi. Oggi che la tempesta è sopita, e più nessuno si scandalizza a vedere i cartelli con due scritte, s’è fatto un passo in avanti. Un passo, sopponiamo, buono, visto che nessuno si strappa i capelli, anzi….
Si vada, ad esempio, i nuovi cartelli stradali di Montichiari, che danno indicazioni sulla storia della Città dei Sei Colli: «Città del Primo Gran Premio Automobilistico d’Italia (1921) e del Circuito aereo internazionale (1909)»; e poi ancora «Città natale del conte Giovanni Treccani degli Alfieri (fondatore dell’Enciclopedia Treccani)».
L’iniziativa è targata Angela Franzoni, che oltre ad essere vicesindaco è anche assessore alla Cultura: «Anche in questo modo – dice – promuoviamo la nostra cittadina». MTM