È stato un incontro “ruvido” con contestazioni marcate quello che al Cinema Gloria ha visto di fronte il Vescovo di Brescia Pierantonio Tremolada assistito dal cancelliere della Curia don Marco Alba e una folta platea di monteclarensi in occasione dell’illustrazione della nuova fase delle indagini sulla presunta veggente Pierina Gilli e del progetto circa il santuario diocesano delle Fontanelle, istituito ufficialmente nel dicembre 2019. Il tema si presentava e si presenta fortemente attuale: già dalla scorsa estate quando si sono diffuse le voci di nuove edificazioni nella zona non erano mancate critiche con un’attenzione costante che era stata mostrata anche dai presbiteri locali. “È necessario procedere a una nuova configurazione dell’attuale luogo di culto – ha esordito Tremolada – seguendo le idee guida presentate dalla Congregazione per la Dottrina della Fede”, e ha assicurato che “si vigilerà affinché non si perseguano da parte di privati interessi speculativi e commerciali”. Nessuna indicazione specifica è però stata comunicata circa l’intervento: “Costruiremo una chiesa, qualche piccola cappella e un percorso per i pellegrini – ha proseguito – e renderemo il luogo più bello per accoglierli e per far vivere un’intensa esperienza di preghiera, di conversione e di fede facendo loro riscoprire il battesimo. Non si farà nessun progetto mostruoso che deturperà il paesaggio, semmai valorizzeremo l’esistente ma ho delle responsabilità come Vescovo e al santuario dobbiamo mettere mano perché non si tratta di un luogo che riguarda solo Montichiari bensì la diocesi e tante persone che giungono da lontano. Con le tensioni, con lo scontro gli uni contro gli altri non si va lontano”. Nelle intenzioni di Tremolada l’opera che verrà messa in atto alle Fontanelle avverrà “per gradi, anche in base alle offerte che arriveranno dai fedeli e ai materiali che verranno scelti” e ha smentito il costo di 10 milioni di euro fatta circolare da alcune fonti. È toccato invece a don Alba riepilogare il lungo percorso legato alle presunte visioni di Pierina Gilli (1911-1991) a partire dal primo ciclo di fenomeni mistici avvenuti tra il 1947 e il 1949 nel Duomo di Montichiari e negli anni Sessanta alle Fontanelle a cui erano seguite una serie di indagini avviate prima dal Vescovo Giacinto Tredici (“che però nulla concluse”) e quindi dal suo successore Luigi Morstabilini (“che stabilì il divieto di culto pubblico”) affidate ad apposite commissioni da cui era emersa una personalità complessa, studiata da medici del tempo con giudizi anche contrastanti tra loro. Non cambiò nulla nemmeno con il Vescovo Bruno Foresti che in due occasioni durante il suo mandato decretò “l’assenza di credibilità delle presunte apparizioni di Rosa Mistica”. Sino al 2001, di fatto, “Fontanelle si muovono in maniera autonoma – ha dichiarato don Alba – talvolta tollerate talaltra osteggiate dalle autorità ecclesiastiche” fino ad arrivare alla costituzione di due associazioni civili di laici, poi riunificate in una sola e, nel 2014, alla nascita dell’attuale Fondazione. È solo con Giulio Sanguineti, guida della diocesi di Brescia dal 1998 al 2007, che viene istituito un direttorio per “prendersi cura del culto mariano in questo luogo affidandolo al servizio pastorale di un presbitero delegato dal Vescovo”. Nel 2013 proprio don Alba, su mandato del Vescovo Luciano Monari, ha l’incarico di approfondire e indagare gli atti conservati nella cancelleria relativi al “processo” di fine anni Quaranta sulla Gilli, “mai più studiati da allora”, e di avviare la revisione del processo canonico che la riguarda, in base a diversi profili. Secondo il sacerdote la presunta veggente “non ha mai avuto un giusto processo, situazione che spetta a chiunque, anche al peggior delinquente”. Vengono così nominati dei periti, tra scienziati e religiosi, per indagarne la personalità che viene fortemente rivalutata alla luce dei nuovi risultati tanto da definire l’esperienza vissuta come “mistica popolare” anche se ancora non è possibile parlare di apparizioni. Una vicenda oltremodo complicata nella quale si innesta, come si è visto, un’accesa polemica e che sta portando alla costituzione di un “Comitato a protezione del paesaggio delle Fontanelle” ideato da diversi cittadini e in forma apartitica. Giudizi negativi sul progetto di ampliamento, per il quale don Alba ha ricordato che “si sono intensificati contatti informali e di cortesia con l’amministrazione comunale”, sono stati espressi anche da Legambiente per bocca del presidente Luciano Gerlegni che all’incontro ha invitato a “non sprecare ulteriore suolo soprattutto in una zona di pregio ambientale, l’unico territorio ancora intatto della nostra città”.
Federico Migliorati