Dapprima i microrganismi, poi il filo della vita che si snoda tra colori nitidi e decisi. Poi gli insetti. Lucia Ferraresi, artista orceana di adozione, originaria di Roccafranca, inaugura sabato 16 ottobre alle 18 a Orzinuovi la sua personale dal titolo “Dicotomie” nella Rocca San Giorgio, col patrocinio del Comune di Orzinuovi.
Come una Moira nei suoi dipinti fila il filo della vita partendo dagli albori, dai primi microrganismi, e lo propone al pubblico attraverso il colore e la materia. Lucia Ferraresi presenterà una parte delle sue opere e ci riferisce: “Lavoro per trasformare una paura in un’esperienza danzante di colori e di materia. Un gioco, in cui mi diverto e mi ritrovo”.
Lucia Ferraresi, docente di disegno e storia dell’arte al liceo Cossali di Orzinuovi, coltiva fin dalla giovane età la passione per la tela e i colori. Nel tempo libero dà forma al suo estro, crea immagini per esprimere il suo pensiero, colora la tela per trasmettere la vitalità e la dolce grinta che la caratterizza anche nella personalità. Nelle sue tele ricorrono spesso i fili, disegni di embrioni, nodi, come a voler esprimere la vita nel suo fluire elegante che ogni tanto si inceppa.
“Il filo compie delle acrobazie – dice lei stessa – il nodo si forma stringendosi forte a se stesso, lo sento amico”.
Così racconta di lei Emiliano Valtulini, ex sindaco di Roccafranca: “La sua arte appartiene al suo cammino: dall’essere figlia ribelle e rigorosa al suo essere guida premurosa ed esigente verso le sue figlie e i suoi studenti, dall’essere moglie altruista e sfidante all’essere amica attenta e divertente. L’essere si legge, si respira nelle sue opere, nei materiali che sceglie, nei colori con cui rappresenta ciò che è stata, ciò che è e ciò che sarà, per capire che non c’è scissione tra passato, presente e futuro, c’è solo la capacità di andare oltre, di non aver paura di mostrare le proprie forze e debolezze, avendo sempre nel cuore gli insegnamenti del papà Severino e il continuo ritrovarsi con mamma Mari”.
Anche il critico professor Bruno Mazza fa una bellissima analisi di queste opere: “’L’ arte di Ferraresi è una tessitura, un lavoro di intreccio, vera e propria opera artigianale di sartoria, che mira alla ricostruzione, alla riparazione. Come Louise Bourgeois, anche Ferraresi ricorre al cucito quale percorso di controllo della paura e ricerca di salute mentale. È una complessa opera di rammendo psicologico, un’arte ripartiva. Di che cosa? Delle ferite, delle paure, dei dolori, delle angosce che lacerano l’umano. Anzi, che lacerano la dinamica organica stessa, la vita del vivente. È un mondo popolato di microorganismi, di tessuti organici primari, come a voler esprimere l’elementarità della lacerazione e il bisogno di ricomporre l’unità a livello cellulare, quasi a produrre un’istantanea del momento arcaico in cui la vita, nel porsi stesso, si dilania e si recupera”.
La vita, la paura, il dolore e la rinascita. C’è il percorso psicologico ed emotivo dell’uomo nei quadri della Ferraresi.
La mostra resterà aperta sabato 16 ottobre dalle 18 alle 21; domenica 17 ottobre dalle 10 alle 12 e dalle 15.30 alle 19.30. Sabato 23 ottobre dalle 16 alle 20; domenica 24 ottobre dalle 10 alle 12 e dalle 15.30 alle 19.30.
Ingresso consentito con green pass. Silvia Pasolini